I prossimi 17, 18 e 19 maggio, si svolgerà a Torino il G8 University Summit. Come docenti, ricercatori, tecnici-amministrativi, bibliocooperativisti, che lavorano e vivono nell’università pubblica cogliamo questa occasione per ribadire la nostra ferma opposizione ad un processo di smantellamento dell’università pubblica, di qualità e per tutti, fondata sulla libertà di ricerca e di insegnamento, sulla creazione e trasmissione di sapere critico.
Rifiutiamo la logica alla base del G8 University Summit, teso a riprodurre ed istituzionalizzare la logica antidemocratica propria del G8 dei capi di stato e di governo.
Senza dubbio l’università svolge e può svolgere un ruolo fondamentale nella società, nell’affrontare le sfide politiche, economiche, sociali, scientifiche dei nostri tempi, ma non come gruppo di élite strumentale ad un ordine economico-sociale assunto alla stregua di una immutabile legge naturale, bensì come sapere diffuso e critico, capace di proporre progetti alternativi, altri modelli di rapporti sociali ed economici. Pensiamo ad un’università che si interroghi criticamente sullo sviluppo sostenibile, sulla governance, sull’ordine sociale di mercato fortemente competitivo, non che faccia proprie parole d’ordine come competitività e accetti passivamente l’imposizione di tagli e ristrutturazioni, di essere privatizzata o controllata dai privati, o dequalificata.
Siamo convinti della necessità di difendere il diritto allo studio, a «raggiungere i gradi più alti degli studi» (art. 34 Cost.), per tutti, così come «lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica» (art. 9 Cost.), e dunque siamo contrari alla creazione di università di serie A e B, alla dismissione da parte dello Stato del suo compito di istituire «scuole statali per tutti gli ordini e gradi» e di garantire le condizioni di una effettiva libertà di ricerca e di insegnamento (art. 33 Cost.).
Ribadiamo dunque in questa occasione la nostra opposizione alla L. 133/2008, che apre la strada alla privatizzazione attraverso le fondazioni, e distrugge l’università attraverso i tagli, e la nostra contrarietà all’università che è tratteggiata dal disegno di legge sull’università che il governo sta progettando: un’università retta da un rettore, con poteri da monarca assoluto, affiancato da una consorteria di “esterni competenti”, facilmente i rappresentanti dei poteri economici interessati.
Vogliamo un’università pubblica che si regga su un autogoverno e un’autonomia letta come funzionale alla libertà di ricerca e di insegnamento, ovvero come indipendenza.
Vogliamo che l’accesso alla carriera universitaria non riproduca, attraverso periodi di precariato sottopagato o non pagato, esclusioni sociali, ma che sia garantita la dignità del lavoro.
Vogliamo poter assicurare a tutti gli studenti insegnamenti di alta qualità e costruire un’università dove il sapere sia creato, discusso, condiviso, non riprodotto e applicato.
Vogliamo un’università che non si limiti a riprodurre e ad amplificare, a livello interno e internazionale, disuguaglianze, che si interroghi sui mille risvolti del mondo globalizzato di oggi, senza limitarsi a prospettarne una versione “sostenibile”, ma con la capacità di svelarne contraddizioni ed inganni e proporre scenari differenti.
Alcuni lavoratori precari e strutturati dell’Università di Torino
Alessandra Algostino – professore associato – Fac. Di Scienze politiche
Angela Fedi – ricercatrice – Fac. di Psicologia
Alessandro Ferretti – ricercatore – Fac. di Fisica
Andrea Guazzotto – bibliocooperativista
Chiara Cerruti – bibliocooperativista
Carmen Maimone - bibliocooperativista
Roberto Salerno – precario – Dip. di Studi politici
Stefano Vannicelli – tecnico-amministrativo – Dip. Scienze del linguaggio
per aderire http://www.petitiononline.com/G8UnivTo/petition.html
mercoledì 13 maggio 2009
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