mercoledì 8 luglio 2009

TORINO- CORTEO LIBER* TUTT* SUBITO! L'ONDA PERFETTA NON SI ARRESTA!


Lunedì notte 21 studenti sono stati arrestati – dodici a Torino, nove a Bologna, Padova e Napoli – su mandato del ministro Maroni e del procuratore Caselli, per colpire l’Onda Anomala degli studenti universitari, i movimenti contro il G8, il dissenso sempre più largo verso questo governo. Il potere poliziesco-giudiziario, nel criminalizzare alcuni individui e nel tentare di dividere il movimento, mettendosi ancora una volta al servizio di chi riduce la scuola e l’università al collasso, produce crisi economica e cassa integrazione, provoca morti e stragi sul lavoro. Occorre rispondere a questo attacco in modo fermo e unitario, a pochi mesi da un autunno che ci dovrà ancora vedere nelle piazze contro il governo Berlusconi.
L’Onda grida a tutta Torino, ai movimenti sociali e di quartiere, agli studenti, ai precari e agli operai, ai genitori e agli insegnanti, alle associazioni sindacali e ai gruppi politici: scendiamo nelle strade venerdì sera per chiedere l’immediata liberazione di chi ha manifestato nella nostra città, per un’università diversa, per un’Italia diversa, per un mondo diverso!

Luca Francesco Gianluca Devil Cecilia Marco Anton Mauro Mattia Damiano Lorenzo Alessandro liberi!

Liber* tutt* liber* subito!!!


Appuntamento ore 21, VENERDI’ 10 LUGLIO 2009, Palazzo Nuovo!



Onda Anomala Torino

sabato 30 maggio 2009

L'Onda non si arresta! Presidio per Ale e Domenico


A più di due settimane dall'arresto di Ale e Domenico in concomitanza alla manifestazione nazionale dell'Onda contro il G8 University Summit, torniamo in piazza per un presidio in contemporanea con il tribunale del riesame.


Appuntamento ore 9.00 -sotto il Palazzo di giustizia - Torino.


Ale e Domenico liberi subito!

L'Onda non si arresta!


giovedì 21 maggio 2009

Alessandro e Domenico liberi!



ALESSANDRO E DOMENICO LIBERI SUBITO!
L´Onda scesa in piazza martedì 19 maggio a Torino è l´Onda migliore che potessimo immaginarci. Oggi abbiamo ancor più la consapevolezza che il movimento nato quest´autunno, capace di coniugare il discorso sul progressivo depauperamento dell´università come bene comune ad uno più ampio sulla crisi, i suoi costi e i suoi responsabili, non è si ritirato nella normalità accademica, nella dimensione esente da increspature auspicata da molti, ma è anzi forte e capace di continuare nell'elaborazione di un discorso sulla realtà che ci circonda, nel surfare lungo le prospettive conflittuali che si aprono.
Un'Onda capace di individuare e perseguire i suoi obiettivi. Al corteo nazionale del 19 maggio l'Onda aveva l'intenzione di avvicinarsi il più possibile al Castello del Valentino, dove si stava svolgendo il G8 University Summit, voleva respingere e violare ogni zona rossa, riteneva necessario lanciare un segnale, parlando e praticando il linguaggio del conflitto. Così ha fatto in piazza e rivendicato in assemblea nazionale.
Quest´Onda Anomala, che si è guadagnata anche l'appellativo di Perfetta, vista la qualità e la quantità portata in piazza verso e nella tre giorni di mobilitazione contro il G8 dell'università, segno inopinabile della vivacità e del fermento sedimentato in ogni ateneo d'Italia dal movimento, oggi porta la sua solidarietà ad Alessandro e Domenico, i due ragazzi arrestati che, insieme agli altri diecimilia in piazza, hanno deciso di esserci e di respingere l´arroganza dei rettori e dei grandi del mondo.
Anche in quest'occasione l'Onda sta mostrando tutta la sua potenza: ancor prima della conferma degli arresti per i due ragazzi in ogni ateneo d'Italia sono comparsi striscioni e scritte in solidarietà con Alessandro e Domenico, per la loro immediata liberazione. L´Onda li aspetta fuori, liberi, per continuare a immaginare e costruire insieme un futuro diverso.
L´ONDA NON SI ARRESTA! ALESSANDRO E DOMENICO LIBERI!
LIBERI TUTTI, LIBERI SUBITO!
Onda Anomala Torino
Rete Studenti-Onda anomala Milano-Network dei collettivi per l'autoformazione
Onda Anomala Bologna
Onda Anomala Roma
Onda Anomala Palermo
Onda Anomala Pisa
Onda Anomala Venezia
Onda Anomala Cosenza
Onda Anomala Napoli
Onda Anomala Trieste
Onda Anomala Macerata
Onda Anomala Padova

mercoledì 20 maggio 2009

La governance universitaria è una tigre di carta. Sulla forza dell'Onda e la violenza della crisi.

l'Onda è tornata ed è ancora più incazzata

Editoriale Uniriot (www.uniriot.org) - Che i media non siano più semplicemente al servizio della politica ma facciano politica, è ormai una verità assodata. Ma che perciò debbano anche farsi rappresentanti della genuina essenza di chi si oppone allo stato di cose presenti, ovvero dei movimenti, questo è un elemento nuovo. Così, dal Corrierone nazional-aziendale alla Stampa, nota “busiarda”, nel grande spazio conquistato dalle mobilitazioni contro il G8 di Torino i giornalisti non si limitano ad evocare i triti spettri maroniani del terrorismo e dunque ad invocare la mano pesante contro gli studenti, in quella spirale di “fobia anti-giovani” descritta da Lucia Annunziata proprio sul quotidiano di casa Fiat: si fanno interpreti del vero significato dell’Onda, tradito dal corteo del 19 maggio. Si mostrano addirittura dispiaciuti nel dover chiamare Onda quella manifestazione. Arrivano perfino a dichiarare una qualche proprietà sul logo, tale per cui possono attribuire l’etichetta a chi ne proseguirebbe il vero spirito: quello della proposta e non della protesta, della sostenibilità e non dell’incompatibilità, della rappresentanza e non dell’autonomia. Poco conta se i “buoni” sono poche decine e i “cattivi” molte migliaia. Nelle forme della produzione contemporanea, si sa, non c’è più misura. E, soprattutto, non c’è nessun imbarazzo a parlare nel nome di un’Onda astratta e disincarnata, per poter controllare e reprimere quella reale.

Già, perché questa è la grande vittoria della mobilitazione di Torino. Aver finalmente messo a tacere chi da mesi si affanna a parlare di riflusso e di fine di un ciclo, con l’unico obiettivo – nella classica veste della profezia che si autoavvera – di poter scongiurare il pericolo e catturarne il portato politico nei meccanismi della rappresentanza. Ma lungi dalla risacca, negli ultimi mesi l’Onda ha sedimentato i percorsi di autoformazione e costruito l’autoriforma, cifra paradigmatica di una nuova università. Sarebbe bastata un’occhiata all’età media estremamente bassa della composizione del corteo di Torino, con i molti studenti medi e dei primi anni di università arrivati da tutta Italia, per rendersi conto che autoriforma e conflitto non solo non sono alternative, ma sono una la condizione di possibilità dell’altro.

Ma chi esaurisce gli argomenti, è spesso costretto alla menzogna. A cui si aggiunge l’imbarazzo, in alcuni media di sinistra, per un’Onda che non si fa ridurre al vuoto simulacro dei buoni sentimenti, per incarnarsi invece in un desiderio collettivo e in un processo di lotta. Che rifiuta il ruolo di vittima, e afferma l’autonomia nel decidere sul proprio presente e sul proprio futuro. Che, in migliaia, resiste alle cariche di polizia e carabinieri, e compattamente e gioiosamente torna all’università per continuare a praticarvi l’autoriforma. E perché non soffermarsi, ad esempio, sui tanti abitanti di Torino che hanno lanciato dai balconi acqua e limoni ai manifestanti per proteggersi dalla pioggia di lacrimogeni, e hanno aperto i portoni per offrire loro rifugio dalla brutalità vendicativa della polizia? Non si tratta di simpatia verso la “meglio gioventù”: è la percezione di una crisi che è solo all’inizio, della fine di ogni illusione di mobilità sociale ascendente, dell’intollerabilità dell’ulteriore attacco ai salari e ai redditi di lavoratori e precari per salvare imprenditori, baroni e banchieri. È il rifiuto della politica dei sacrifici. È la forza dell’Onda Anomala: farsi terreno comune di una composizione sociale che non vuole pagare la crisi.

Ecco, è questo che spaventa governo e media di fronte a questo nuovo proletariato intellettuale: la capacità di parlare la lingua della parzialità e della generalizzazione. Ed è questo che spaventa l’opposizione, che pervicacemente persevera negli antichi errori che l’hanno portata nel coma vegetativo in cui oggi versa. Così, il Pd piemontese esprime la sua solidarietà alle forze dell’ordine, incurante del fatto che a guidarle fosse Spartaco Mortola, uno degli impuniti carnefici dell’irruzione alla scuola Diaz il 21 luglio 2001, promosso a questore vicario di Torino. Se l’opposizione vuole parlare di regime berlusconiano, abbia il coraggio di dire che la sua data di inizio non è la corruzione di Mills o la candidatura delle veline, ma il sangue di Genova. È quella la violenza da cui devono avere il coraggio di prendere le distanze, quella stessa violenza che Maroni e Pdl usano nei rimpatri dei migranti. La violenza di un sistema tanto più feroce quanto più è assediato in un castello medioevale. Se non troveranno questo coraggio, foss’anche quello della disperazione, dopo aver consegnato il governo del paese nelle mani della Lega e di Berlusconi sono destinati a sparire.

E quelle file e file di caschi che gli studenti avevano?”, chiederà sicuramente un bravo giornalista. C’è una legge dello Stato che ne impone l’obbligo per salvarsi la vita, e fronteggiare le cariche selvagge e il gas CS delle truppe di Mortola è sicuramente più pericoloso di qualsiasi scooter. Ma con quei caschi le migliaia di studenti e precari a Torino hanno difeso qualcosa di ancora più importante: non la democrazia di cui si vorrebbe affidare ai giudici la restaurazione, ma la democrazia che l’Onda sta inventando e praticando. Quella che parla di nuovo welfare, di reddito, di riappropriazione della ricchezza sociale. Prendere le distanze dalla violenza, significa appoggiare la forza costituente dell’Onda. Tutto ciò prima che – almeno per loro – sia troppo tardi.

Gigi Roggero

(In)Sostenibilità del g8 University Summit


La vignetta di Vauro sul manifesto

Un commento sulle proposte dei rettori al G8 - Ciò che più colpisce nel documento finale del G8u di Torino e di Sapporo è la banalità. Sorprende che intelligenze (supposte) tanto alte si riuniscano con tanta pomposità, protetti (o presi in ostaggio?) dalla polizia, per partorire una dichiarazione degna di una ricerca da liceali. Sorprende o, meglio, insospettisce. E, come si sa, a pensar male spesso ci si indovina.
Forse i rettori pretendono di entusiasmarci scrivendo che “la sostenibilità a livello umano, sociale e globale è una delle più importanti idee del 21 secolo” ? O che “I problemi di sostenibilità, inclusi i cambiamenti climatici, finora considerati prevalentemente come questioni scientifiche, sono diventati urgenti questioni politiche” ? O, ancora, che “le università devono impegnarsi a costruire nuovi approci allo sviluppo (sic) sostenibile nei loro programmi e nella ricerca” ?
A dire il vero a noi sembra che questo sia il minimo che non potevano non dire per non essere ridicoli, non certo il massimo che avevano l'obbligo di dire per essere (una volta tanto davvero) “magnifici”.


Trent'anni di ritardo sul Club di Roma e pure ancora fermi all'idea di eco-sostenibilità come paradigma di compatibilità fra la capacità di rigenerazione della natura e lo sfruttamento esponenziale delle sue risorse . Al di sotto della soglia del ridicolo, anziché no. Proprio non possiamo entusiasmarci per questo. Anzi, ci conferma che avevamo ragione ad alzare la testa e a gridare la nostra sana rabbia ed indignazione mentre loro si nascondevano dietro la polizia per non dire quello che avrebbero dovuto dire.


Invece che perdere tempo a leggere amenità come quelle citate, è più utile impiegarlo a capire perché sono state scritte, partendo da un documento che è tutto tranne che banale: il documento “Education for Innovative Societies in the 21st Century” (EIS), prodotto dai G8 a San Pietroburgo nel 2006 e alla base del Forum Mondiale, precursore dei G8u, organizzato a Trieste nel 2007 dal'ICTP . Allora un esponente dell'IPCC ricevette il formale divieto, da parte del direttore dell'ICTP, a partecipare ad una conferenza parallela organizzata dai movimenti in quanto troppo palesemente “non neutrale”; è interessante ricordarlo perché invece le università del G8u si propongono ai governi come partners ideali (si legga ricettori di fondi) proprio in quanto soggetti “neutrali ed obbiettivi”, riproponendo la favola della scienza neutrale che evidentemente serve esattamente a non dire e a non schierarsi (e quindi costringe noi a considerare una cortina di fumo anche le banalità di buon senso minimale – ancorché impropriamente declinato – disseminate nei documenti citati).

Nonostante la retorica che si sprecò sui media locali all'epoca del Forum di Trieste nel 2007 a proposito del fatto che la nostra sarebbe una "società basata sulla conoscenza", il documento preparatorio di quell'incontro ci restituisce un impianto ideologico e programmatico affatto diverso e che parte dalla consapevolezza che sono invece l'economia ed il mercato ad essere basati sulla conoscenza che, messa a profitto, è utilizzata come strumento di dominazione e controllo anziché come potenziamento della democrazia e della cittadinanza.


Niente che non si fosse capito e che il movimeno dell'Onda non abbia ben colto, ma i G8 ce lo porgevano scritto nero su bianco a partire dal' incipit di quel documento: “We will promote the global innovation society [..] by supporting modernization of education systems to become more relevant to the needs of a global knowledge-based economy” (punto 1); “Education, the enhancement of skills and the generation of new ideas are essential to the development of human capital and are key engines of economic growth, drivers of market productivity [..]” (punto 2).


Naturalmente le esigenze di un'economia basata sulla conoscenza richiedono una “strong protection of intellectual property rights” (punti 4, 8 e 9) e “[to] move technologies quickly from laboratory to the marketplace” (punti 5 e 6) in una cornice in cui si prevede di “leverage public expenditures strategically to attract private funding in R&D, including the education sector” (punto 7) sullo sfondo di una “university-based public-private partnership” fondata su “exchange of ideas and expertise” (punto 10).
Dal momento che le “ideas and expertises” dei privati sono protette e chiuse dalla “strong protection of intellectual property rights” evidentemente il flusso del supposto scambio è tutto a senso unico: una conoscenza prodotta sostanzialmente all'interno del corpo pubblico e grazie alla formazione pubblica (per di più probabilmente foretemente ri-plasmata nelle sue strategia di ricerca della partnership con i privati), ma i cui risultati - tramite la proprietà intellettuale e il trasferimento ai mercati – appartengono inesorabilmente alla sfera privata, e ai quali la società può accedere esclusivamente attraverso i meccanismi di mercato.
All'interno di un quadro attuale in cui le conoscenze specifiche (e in generale la capacità diffusa e comune di creare conoscenze e metterle in relazione) sono un nuovo motore della produzione di ricchezza che si affianca al, e potenzia il, “lavoro vivo”, la necessità cogente è di trasformare le università, oltre che in efficienti opifici, in dispositivi di controllo e privatizzazione (trasferimento) piuttosto che punti di accesso, condivisione e diffusione.

Questo è l'impianto ideologico che i rettori del G8u assumono esplicitamente a partire da Sapporo 2008 e che non ritengono di dover in alcun modo discutere, correggere o criticare. Ecco che i non detti pesano decisamente di più di ciò che di banalmente condivisibile è obbligatoriamente scritto. Come si può ritenere credibile il documento di Torino 2009 dove dice che i saperi sull'utilizzo efficiente delle risorse naturali dovrebbe essere resi accessibili a tutti (punto 1) se evidentemente tali saperi sono alla base del nuovo eco-compatibile “green business” di Obamiana ispirazione e quindi devono essere “strongly protected” e “quickly transferred to marketplace”?
Ovunque i documenti dei G8u confliggano apparentemente con il documento EIS dobbiamo concludere che prevalga quest'ultimo, essendo assunto dai primi ed essendo comunque di gran lunga il più performativo; e comunque tali occasioni di conflitto sono drammaticamente poche e la lieve genericità dei G8u cede il passo alla incalzante precisione del linguaggio in EIS.

È appassionante notare che dove i G8u (SSD, punto 3) si propongono il ruolo delle università come “increasingly critical” in ragione del loro essere “neutral and objective” contemporaneamente si precipitano a sostenere che per assicurare che le soluzioni alle sfide di sostenibilità siano “practically applicable and appropriate” è importante la collaborazione “with a range of stakeholders including civil society and the private sector”. Il fatto che l'appropriatezza di tali soluzioni o la loro applicabilità (da quale punto di vista?) debbano passare dalle forche caudine del profitto è una evidente dichiarazione di sudditanza al principio espresso in EIS per cui i bisogni della società tutta sono interpretati precipuamente dalle necessità del profitto privato (“private sector involvement [..] is one of the main keys to achieving an effective linkage between higher education and the needs of the global innovation society”).

Ed infine, i G8u a Torino sottolinenano la necessità di superare approcci esasperatamente mono-disciplinari e la frammentazione dei saperi (“reverse past tendencies toward mono-disciplinary approaches and fragmentation in education and research”, sezione II, punto 2) ma non spendono una parola per commentare il fatto che tutta la ricerca è costitutivamente organizzata per separare e parcellizzare i saperi, che il termometro della produttività e del merito dei ricercatori è quasi puramente aritmetico e legato al numero di pubblicazioni – il che spinge inesorabilmente ad una iperspecializzazione. Non una parola a proposito della natura dell'attività di ricerca in un quadro dominato dalla protezione intellettuale e dal trasferimento ai mercati.


I G8u apparentemente insistono sulla necessità di un “holistic approach” e di affiancare il “systemic thinking” al “disciplinary thinking”, ma l'evidenza è che stanno parlando delle università per le élites (alla cui costruzione assistiamo anche in Italia): “Universities have a critical role to play in educating future generations, disseminating information about sustainability, and particularly by training leaders” (SSD, punto 7).


Quale sia la qualità necessaria della formazione per tutti gli altri è evidente: saperi incapsulati in unità standardizzate da (ri)"produrre" in tempi determinati, veicolo di una disciplina mentale e personale isomorfa all'alienazione della catena di montaggio; più che ad alta formazione assistiamo ad un addestramento mediante somministrazione di pillole di conoscenze propedeutiche alla capacità produttiva piuttosto che alla "capacità di cittadinanza". Le università - penetrate dai privati che in cambio di pochi investimenti potranno determinare linee di ricerca, materie di insegnamento e docenti, mentre agli studenti è tolto ogni margine di autoformazione - diventeranno i dispositivi finali di disciplina e captazione della produzione di conoscenza per il profitto del mercato.

Se questa è neutralità, noi siamo ben felici di scegliere altro e di schierarci, come abbiamo fatto a Torino e come faremo senza arrenderci mai “in questo paese di codardi”.

[1]Sapporo Sustainability Declaration (d'ora in poi SSD).

[2]Ibidem.

[3]Torino Declaration on Education and Research for Sustainable and Responsible Development (d'ora in poi TD).

[4]Si veda l'intevento di Gianmarco de Pieri su GLOBAL a proposito di André Gorz.

[5]International Center for Theorethical Physics, Trieste.

[6]Era appena stato pubblicato il famoso IV rapporto sui cambiamenti climatici che individuava l'impatto antropico come causa principale dei cambiamti climatici.

[7]SSD, punto 3

[8]La parola “rights” compare in questo documento unicamente associata ad “intellectual property” mentre l'accesso è considerato in sé non un diritto ma semplicemente un mezzo necessario per rendere gli esseri umani più efficacemente produttivi.

martedì 19 maggio 2009

COMUNICATO ONDA 19/05/2009. ECCO L'ONDA PERFETTA...

L’ONDA E’ TORNATA CON UNA GRANDE MAREGGIATA!
ECCO L’ONDA PERFETTA…

L'Onda Perfetta è l'onda migliore, quella da cavalcare che vale una vita per tutti i surfisti. Quella espressasi questa mattina a Torino è stata l'Onda migliore possibile. Abbiamo dimostrato, a mesi di distanza dalla mobilitazione dell'autunno, dopo che in molti già ci davano per morti, di esserci e di essere.
Oggi siamo scesi in piazza per una nuova grande mareggiata, invadendo le strade di una Torino blindata per proteggere Baroni e feudatari dell’università in crisi. Siamo giunti da tutta Italia (qualcuno anche da oltre confine) per esprimere tutta la nostra contrarietà a questo insostenibile G8 dell’università.
Abbiamo respinto l'arroganza del G8 dei rettori, asserragliati al castello del Valentino, tentando di stanarli, provandoci, credendoci, con la determinazione e la partecipazione di chi sa che in ballo c'è il proprio futuro.
Abbiamo contestato l’illegittimità del G8 University Summit ribadendo che i rettori e la CRUI, che promuoveva il vertice, sono i rappresentanti (il)legittimi di una università che sopravvive tra le macerie. Noi siamo invece l’espressione concreta di una rappresentanza impossibile che non delega a nessuno istanze, vertenze, progetti.
10.000 studenti da tutta Italia in una marcia veloce, gioiosa ma incazzata, determinata e convinta, che in fretta e furia ha raggiunto la sede del summit, senza dimenticarsi di colpire i simboli della crisi (banche e agenzie del lavoro), per tentare di sfondare il muro di un esercito frapposto tra i propri bi-sogni e le autorità di un'università che di sostenibile non ha assolutamente nulla.
Oggi abbiamo fatto presente, ancora una volta, che la crisi noi non la pagheremo e che anzi utilizzeremo ogni occasione per rovesciarvela contro. Sapendo che questo è solo un momento di passaggio, tra lo straordinario autunno che ci siamo lasciati alle spalle e quello a venire, denso di aspettative e nuovi spazi di azione dentro la crisi.
A fine corteo, un’assemblea pubblica, collettiva e condivisa cui hanno partecipato tutte le articolazioni locali dell’onda, ha deciso di assumersi nella totalità gli eventi e le pratiche messe in campo in questa giornata di conflittualità e riappropriazione di spazi e visibilità. L’assemblea ha inoltre espresso solidarietà ai due arrestati, richiedendone l’immediata liberazione. Non li lasceremo soli!

Ecco l’onda perfetta…

Onda Anomala_Italia
Block G8 Building, Torino (h 16)

L'ONDA PERFETTA... 10.000 IN PIAZZA A TORINO!

L'Onda Perfetta è l'onda migliore, quella da cavalcare che vale una vita per tutti i surfisti. Quella espressasi questa mattina a Torino è stata l'Onda migliore possibile. Ha dimostrato, a mesi di distanza dalla mobilitazione dell'autunno, di esserci e di essere. Ha respinto l'arroganza del G8 dei rettori, asserragliati al castello del Valentino, tentando di stanarli, provandoci, credendoci, con la determinazione e la partecipazione di chi sa che in ballo c'è il proprio futuro. 10.000 studenti da tutta Italia in una marcia veloce, gioiosa ma incazzata, determinata e convinta, che in fretta e furia ha raggiunto la sede del summit, senza dimenticarsi di colpire i simboli della crisi (banche e agenzie del lavoro), per tentare di sfondare il muro di un esercito frapposto tra i propri bi-sogni e le autorità di un'università che di sostenibile non ha assolutamente nulla. Numeri ottimi, obbiettivi raggiunti, tentativi fatti...eccola l'Onda Perfetta.

Delle conclusioni nel Palazzo del potere, nessuno ha notizia...


-GUARDA LE PRIME FOTO DA REPUBBLICA , LA STAMPA , CORSERA, MESSAGGERO
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LA CRONACA DELLA GIORNATA

  • -13.25 - TORINO BLOCK G8 LA POLIZIA RETROCEDE SOTTO UNA FITTA SASSAIOLA
    La polizia carica ma sotto una fitta sassaiola dei compagni è costretta a retrocede. Manuel da Torino [Scarica il contributo audio, durata: 1 min.] da Radio Onda d'urto
  • 13.24 - L'Onda continua a reggere, cariche e lacrimogeni della polizia. L'aria è irrespirabile, ma gli studenti e le studentesse resistono. Un elicottero volteggia in aria e la questura tenta di chiudere le vie laterali, intimidendo il corteo. La situazione è tesa ma la detrminazione è tanta
  • 13.23 -L'Onda tenta di forzare il blocco, quantità incredibile di lacrmogeni. L'attacco dell'Onda è avvenuta con scudi ed estintori, ma non si riesce ancora a passare. la polizia non si avvicina, qualche carica laterale.
  • 13.20 - LA POLIZIA SPARA ALCUNI LACRMOGENI PER ALLONTANARE IL CORTEO
  • 13.15 - UN'ALTRA VOLTA, UN'ALTRA ONDA! il corteo prosegue determinato verso il valentino. Ascolta Simone dalla piazza
  • 13.10 - il corteo dell'ONDA ora è fermo davanti al blocco dlle forze dell'ordine, presenti con un numero ingente. Le vie intorno sono chiuse
  • 12.55 - il CORTEO E' IN CORSO MARCONI, in dirittura d'arrivo verso le zone dichiarate off limits dalla questura. Attraversando San Salvario, il quartiere adiacente, l'onda ha trovato i negozi aperti a dispetto di quanto sostenevano i giornali cittadini
  • 12.41 - in corso vittorio colpita un'altra banca, chiusa con catene e lucchetti. Anche un'agenzia del lavoro interninale è stata sanzionata da scritte contro il lavoro precario. Ascolta la diretta di Simone (ONDA ANOMALA TO)
  • 12.21 - La manifestazione è ulteriormente cresciuta, sono arrivati tutti gli universitari provenienti da fuori Torino e molte persone stanno ancora affluendo. Gli organizzatori hanno stimato 10mila partecipanti. DA radio onda d'urto [Scarica il contributo audio, durata: 7 min.]

  • 12.15 - IL CORTEO E' IN PIAZZA SOLFERINO E STA GIRANDO VERSO CORSO VITTORIO.
  • 12.10 Ascolta l'intervento di uno studente milanese
  • 12.05 - IN VIA PIETRO MICCA COLPITA banca UNICREDIT con uova e vernice: NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO! Ascolta la diretta con Dana (ONDA ANOMALA TO)
  • 12.00 - CORTEO IN PIAZZA CASTELLO migliaia in piazza, procede spedito per raggiungere il Valentino -prime foto dal sito di Repubblica
  • 11.51 - CORTEO IMPONENTE Via Po in Onda! in questo momento è sotto la sede del rettorato
  • 11.40 -CORTEO IN MARCIA VERSO LA SEDE DEL G8 è presente un pool di avvocati, sette, hanno indossato delle casacche arancioni con sopra la scritta «Supporto legale» e il numero di telefono, 3315918248, e partecipano al corteo
  • 10.45 -PRIMO AGGIORMANTO DALLA PARTENZA Gianluca [Infoaut] manifestazione ancora ferma. Sembra primi fermi intorno al corteo (notizia da confermare). Si aspetta l'arrivo del treno da milano

Feature di presentazione:
Oggi, dalle 10.30 partità il corteo, dalla palazzina Aldo Moro, ribattezzata Block G8 Building, verso la facoltà di Architettura, al paRco del Valentino, sede del G8 University Summit. L'Onda ha dimostrato di saperci e volere fare, e nei giorni scorsi ha messo in campo azioni e assemblee per contrastare l'ennesimo summit insostenibile (da tutti i punti di vista).

*Infoaut seguirà la manifestazione dalla partenza con aggiornamenti, commenti e immagini.

*RadioBlackout, la radio libera torinese, ne seguirà la diretta fino alle 14.30. Per ascoltarla in streaming clicca qui

Se vuoi sentirci direttamente col programmino dedicato al nostro streaming scaricalo e lancialo, non ha bisogno di installazione, solo per windows. Si tratta di una radiolina che ti connette direttamente a RadioBlackout. La qualitò dello streaming è quella ridotta e ti consente, anche se non hai molta banda, di sentirci. Il programma non contiene virus, spie o altre porcherie e per ora funziona solo su Windows XP.

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