Il 17, 18 e 19 maggio si terrà a Torino, promosso dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), il G8 University Summit, a cui parteciperanno i rettori ed i presidenti degli atenei degli stati membri dell’istituzione del G8, insieme a quelli di molti altri paesi del mondo. L’incontro si propone come interlocutore diretto del G8 dei capi di governo e di stato che si riunirà in Sardegna quest’estate e si è dato l’obiettivo di consigliare i “grandi del mondo” sui problemi dell’umanità e del pianeta, fondandosi su un presunto carattere “neutrale e oggettivo” del sapere prodotto dalle università.Sappiamo bene che il G8 non ha nessuna credibilità alla luce delle chiare responsabilità che ha rispetto la crisi globale in corso e risulta paradossale che sia proprio questa istituzione a voler porre rimedio a ciò che ha contribuito a causare decidendo sulla testa di miliardi di persone, per decenni, come influenzare le relazioni internazionali e le politiche economiche e sociali. E’ inaccettabile quindi come i rettori, pretendendo di rappresentare tutto il mondo dell’università, vadano a interloquire con gli stati membri del G8, legittimando così il sistema economico-politico che da questi viene avvallato. Questo non ci sorprende visto il ruolo centrale che l’università e la produzione dei saperi ha nel processo di ristrutturazione del sistema globale che oggi si riproduce a fatica attraverso la crisi.Nel Summit verrà proposta l’immagine vincente di un’università trasformata e globalizzata, in realtà abbiamo oggi un’università in crisi, contraddittoria, con un livellamento verso il basso dei saperi trasmessi e che sfrutta i soggetti che li producono condannandoli ad una condizione di lavoro e di vita precaria. Se continueranno ad essere i singoli atenei ad amministrare la scarsità dei fondi adottando logiche proprie delle aziende, la formazione (non più servizio pubblico e bene comune) continuerà a leggittimarsi nella forma di prestazione da acquistare a costi sempre più pesanti, producendo un sistema “insostenibile” per chi studia e lavora al suo interno.Noi non vogliamo discutere del concetto di “sviluppo sostenibile” (oramai termine contenitore, spesso utilizzato in maniera retorica), ma partire dai processi reali e capire a quali scelte operative questo termine rinvia. Se per sviluppo sostenibile intendono il modo in cui gli organismi sovranazionali estendono la proprietà e il profitto sulle risorse naturali (permettendo la mercificazione ad esempio delle energie rinnovabili), se le politiche ispirate a questo concetto permettono la costituzione di nuovi meccanismi di controllo e sfruttamento dei territorio, noi non ci stiamo!Ci saranno momenti di dibattito e di confronto con tutte quelle esperienze internazionali che si sono mosse sul terreno del rapporto tra crisi globale e crisi dell’università. Parleremo con altri soggetti che come noi si stanno muovendo contro la crisi e con tutti quei movimenti che si sono mossi per difendere i territori da modelli di sviluppo “insostenibili” (ad esempio il movimento No Tav, No Dal Molin, contro la privatizzazione delle risorse idriche, contro il nucleare eccetera).Durante il G8 delle Università costruiremo una manifestazione nazionale a Torino, il 19 maggio, in netta contrapposizione al Summit, la cui madrina d’eccezione sarà la nostra amata ministra Gelmini a cui ribadiremo, nel caso non l’avesse capito quest’autunno, che a Torino (come nelle altre città d’Italia) non è ben accetta!Auspichiamo che per i giorni del Summit non si ripeta il solito schema per cui viene negato, dietro costi improponibili, il diritto alla mobilità dalle proprie città! Non vorremo di nuovo ritrovarci, dopo le mobilitazioni di quest’autunno, a condurre trattative interminabili con le Ferrovie dello Stato.CONTRO IL G8 DELL’UNIVERSITA’ L’ONDA NON VI SOSTIENE, VI TRAVOLGE!
ASSEMBLEA PUBBLICA CITTADINA A PALAZZO NUOVO MERCOLEDì 15 APRILE ORE 17,30.
per la costruzione di una Rete contro il G8
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